CORREZIONE DEL DEFICIT UDITIVO . QUANDO, COME E PERCHE'.

CORREZIONE DEL DEFICIT UDITIVO . QUANDO, COME E PERCHE'.

L’incidenza della sordità è in notevole crescita, anche in relazione all’allungarsi della vita media della popolazione ed all’inquinamento acustico ambientale.

I nuovi dispositivi acustici hanno un buon impatto estetico ed ottime prestazioni, così da vincere ormai quasi del tutto ogni resistenza psicologica da parte degli stessi utilizzatori.
Una buona applicazione protesica parte però dal riconoscimento da parte del paziente del proprio deficit uditivo e dalla sua determinazione a risolverlo.
Fondamentali sono inoltre la diagnosi precoce ed il corretto iter applicativo, che deve articolarsi come segue:
1) il paziente si rivolge allo specialista, che ne accerta la ipoacusia consigliandogli la terapia protesica;
2) in seguito individua e si rivolge ad un buon centro audioprotesico, in cui operi un team abilitato ed esperto;
3) qui il paziente verrà sottoposto ad una attenta analisi delle esigenze, verranno integrati i suoi esami con rilievi finalizzati alla scelta, alla realizzazione ed all’adattamento del dispositivo acustico e gli verrà infine indicato il follow up (insieme dei controlli periodici successivi).
4) Fondamentale è la scelta del prodotto da parte dell’audioprotesista, che deve poter disporre del più ampio campionario possibile, condividendo col paziente l’intero iter applicativo.

L’audioprotesista, tenuto ad aggiornamento continuo ECM come ogni figura sanitaria, opera secondo coscienza ed etica professionale, al solo scopo di risolvere le carenze uditive dei suoi pazienti.
Rimediare ai problemi di udito si traduce nel restituire una vita complessivamente migliore, scongiurando l’insorgenza di un parziale isolamento e di tutto ciò che di negativo potrebbe derivarne, soprattutto in quei pazienti non più giovanissimi.

Occorre ribadire che ogni dispositivo acustico lavora sul residuo uditivo, pertanto ogni tempestiva applicazione riserverà minori difficoltà al paziente durante l’adattamento rispetto ad un eventuale intervento tardivo.