Per ogni nuova applicazione occorre sottoporre il paziente ad un periodo di adattamento e acclimatazione,
sia che si tratti di un già portatore che cambia prodotto, sia di un primo utilizzatore di apparecchio acustico.
Per adattamento si intende la rieducazione all’ascolto, egli dovrà cioè superare le tre fasi che seguono:
1) dapprima familiarizzare con ogni nuova sensazione uditiva;
2) in seguito memorizzare il nuovo modo di percepire i suoni
3) infine riconoscere come naturale il nuovo tipo di ascolto
tutto ciò avviene durante la progressiva rimozione della sua precedente memoria uditiva.
Aldilà della possibilità di tarare ogni nuova tecnologia in maniera assolutamente esatta, in relazione ad ogni tipologia di esame e/o di paziente, un buon audioprotesista deve necessariamente saper considerare ogni specifica esigenza e/o richiesta da parte sua, considerando che esiste assolutamente una soggettività di ascolto, una sorta di preferenza cioè, che rende ogni singolo paziente unico ed irripetibile.
Fondamentale è, a tale scopo, la reattività del paziente in fase di collaborazione, egli dovrà cioè riferire, quanto più dettagliatamente possibile, ogni notizia che potrà tornare utile al suo audioprotesista, al fine di garantirgli un sempre miglior recupero uditivo.
Una volta terminato il periodo di adattamento, della durata media di quaranta giorni, il paziente sarà del tutto autosufficiente, avendo imparato ad usare al meglio i suoi apparecchi acustici, traendone il massimo dei vantaggi.
A tale proposito risulta poi estremamente importante rivolgersi costantemente all’audioprotesista di fiducia per effettuare i controlli ordinari e straordinari, al fine di trarre sempre il massimo beneficio, anche nel tempo, da ogni applicazione.
Fondamentale è infatti, ad esempio, sottoporsi a dei nuovi rilievi audiometrici almeno due volte l’anno, per monitorare l’andamento di ogni grafico e adeguare, laddove ve ne sia necessità, la risposta protesica degli apparecchi.